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SALIRE AD ORVIETO PER L’ANTICA STRADA MEDIEVALE
Dalla stazione ferroviaria (124 m) attraversiamo in breve l’incrocio e saliamo circa 100 m di dislivello per il sentiero de Le Piagge, un antico accesso pedestre e a soma per raggiungere Orvieto. Giunti sotto le mura della possente fortezza Albornoz, incrociamo il così detto Anello della Rupe, un itinerario pedestre che in 1,3 km percorre alla base l’intera rupe di Orvieto. Dato l’orario e la stagione calda, opteremo per percorrere parzialmente l’anello in direzione nord, dapprima in discesa e poi in salita all’interno di un ombroso castagneto per poi sbucare sulla strada asfaltata d’accesso alla città che attraverseremo con cautela e proseguiremo per l’Anello Rupe in saliscendi fino a raggiungere Porta Vivaria da dove entreremo in città. La porta, chiamata anche dello Scenditoio, era una delle meglio difendibili della città medievale. Assieme ad altri ingressi cittadini, la porta venne restaurata al tempo dell’arrivo di Clemente VII ad Orvieto (il Papa arrivò a Orvieto il 16 dicembre 1527 per sfuggire al Sacco di Roma). Attraversata Piazza del Popolo e raggiunta Torre del Moro (315m), (possibilità di salita con biglietto in cima alla torre per ammirare dall’alto tutta la città), si prosegue per piazza Duomo, da dove poi scenderemo a piedi fino a piazza Cahen e al luogo dove si terrà il concerto, la chiesa di Santo Stefano. La discesa alla stazione avverrà a piedi (20′) per Porta Rocca e Le Piagge oppure in funicolare (5′) da Piazza Cahen.
Note di sala
Johann Sebastian Bach
Andrea Agostini
SIGNALE IM GOLDBERG
Samuele Telari, accordeon
All’interno della produzione bachiana le Variazioni Goldberg rappresentano al contempo l’apice della scrittura strumentale e l’emblema della dimensione spirituale raggiunta dal compositore tedesco attraverso l’alto magistero del controllo aritmetico delle sfere celesti. Strutturate in 32 brani (un’Aria, trenta variazioni e l’Aria da capo) la cui lunghezza è di 16 o 32 battute (solo al 16ma — Ouverture in stile francese — è di 16+32) presentano un Canone ogni terza variazione: voci che si inseguono e distanza crescente, a disegnare un arco armonico che trova il suo picco al centro e che torna al proprio stato di equilibrio solo alla fine. Meraviglioso gioco di proporzioni e architetture armoniche, le Variazioni Goldberg svelano il rapporto poetico tra musica e matematica. Un tema fecondo e trasversale ad ogni epoca e che oggi rivive in un compositore come Andrea Agostini che fa della ricerca sul segnale digitale puro — gestito da algoritmi complessi e armonici — una sua cifra stilistica. Presentiamo le sue miniature elettroniche (acusmatiche) come dei semplici accadimenti che abitano il tempo delle Goldberg. Il capolavoro bachiano è difatti una stagione da abitare e vivere con la propria voce, sia essa quella del clavicembalo, del pianoforte o — come in questo caso — dell’accordeon, il cui suono (che ricorda oscillatori e sinusoidi pure) si lega ai segnali digitali di Agostini.
Programma
Johann Sebastian Bach
Aria, Variazioni I – VII
Variazioni Goldberg Andrea Agostini
In Nomine (for David Rattray)
Johann Sebastian Bach
Variazioni VIII – XV
Variazioni Goldberg
Andrea Agostini
Joyful_psychedelic_vorticose_stomp
Johann Sebastian Bach
Variazioni XVI – XXIV
Variazioni Goldberg
Andrea Agostini
Everything we do leaves a trace, every trace we leave fades away
Johann Sebastian Bach
Variazioni XXV – XXX, Aria da capo
Variazioni Goldberg
Opificio Sonoro
È un collettivo di musicisti uniti da curiosità culturale e passione per la sperimentazione di programmi innovativi.
È uno spazio creativo in cui differenti mondi artistici si incontrano, interagiscono e sondano le possibilità di gioco.
È un’entità musicale poliedrica, che propone esperienze d’ascolto diagonali rispetto alle tradizionali programmazioni delle sale da concerto: dalla musica antica alla contemporanea, dal suono degli strumenti storici a quello elettronico. Vuole restituire il senso di contemporaneità presente nei capolavori di tutte le epoche, proponendo narrazioni e avventure d’ascolto originali sempre a partire dal valore comunicativo dell’esperienza sonora.
Gli eventi targati Opificio Sonoro si caratterizzano per la varietà delle combinazioni timbriche (dallo strumento solo all’ensemble) e per la natura molteplice delle voci che combinano (dalla parola al suono amplificato). È un laboratorio della programmazione creativa. Ospita artisti coraggiosi, convinti che l’invenzione sia una necessità. Insieme a loro elabora visioni e programmi carichi dell’energia delle idee.
Samuele Telari, accordeon
Vincitore del Arrasate-Hiria Competition (Spagna) nel 2018 e del “Premio Internazionale Città di Castelfidardo” nel 2013, è in precedenza premiato nei concorsi “Valentino Bucchi”, “Luigi Nono”, “Val Tidone”, “Premio Abbado”. Nel 2019 è stato selezionato per la rappresentanza internazionale da YCAT (Young Concert Artist Trust). Si è esibito in festival e sale da concerto come Società dei Concerti di Milano, Royal Birmingham Conservatoire, Amici della Musica di Firenze, Cité de la Musique (Strasbur- go), Berlin Phliarmonie, Aldeburgh Festival, Verbier Academy Festival, Wigmore Hall, Ryedale Festival Spring.
Ha collaborato con orchestre quali FORM, I Virtuosi Italiani e la State Hermitage Orchestra di San Pietroburgo.
Nel 2017 è uscito LIMES, il suo primo CD da solista (VDM Records), nel 2021 per DELPHIAN le Variazioni Goldberg di J.S.Bach.
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